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Trattative tra i principali colossi AI e gli editori internazionali

Trattative tra i principali colossi AI e gli editori internazionali
  • PublishedGiugno 23, 2023

Secondo quanto riportato dal Financial Times c’è stato un incontro tra i principali attori nel mondo dell’Intelligenza Artificiale ossia Google, OpenAI, Adobe e Microsoft e i più importanti dirigenti delle società media ed editori al fine di discutere del diritto di copyright e dei contenuti generati da parte dell’intelligenza artificiale.

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Editori e aziende tecnologiche al momento stanno affrontando una questione al quanto spinosa e delicata, relativa proprio all’uso che si può fare dell’intelligenza artificiale nel settore dell’informazione. I vari argomenti presi in esame prevedono anche: protezione del copyright sui contenuti e una valorizzazione economica degli stessi.

I bot di ChatGPT apprendono da diverse fonti online

ChatGPT è sempre più popolare, ma anche altri bot dedicati all’intelligenza artificiale come quelli per la ricerca di Bing e di Microsoft, oppure Bard di Google, sono in grado di apprendere da diverse fonti e tra queste ci sono anche i giornali digitali. Lo stesso varrebbe anche per coloro che generano immagini come i software di Adobe e quello di Midjourney.

C’è però una netta differenza tra la ricerca tradizionale del motore di ricerca di Google e i chatbot che non indirizzano il traffico verso fonti di informazione specifiche e spesso non vanno a indicare nemmeno le fonti di provenienza degli articoli e argomenti trattati.

Sicuramente, l’impatto della tecnologia sarà rivoluzionario, considerando che nel tempo Google ha integrato anche risposte complete a specifiche domande direttamente nei risultati di ricerca, come ad esempio, attraverso il box “Le persone hanno chiesto anche…“. Inoltre, riduce da tempo la necessità di cliccare sui siti di origine. Infine, non bisogna dimenticare come ci sia stata un’evoluzione dei social media mediante un modello che porta a generare sempre meno traffico agli editori e agli articoli. 

Incontro tra editori e aziende di AI: un momento importante

Come riportato anche dal Financial Time, l’incontro che è avvenuto tra editori e aziende dell’intelligenza artificiale è stato un momento al quanto significativo. Durante la conferenza dell’INMA a Maggior, il CEO di News Corp, Robert Thomson, ha affermato che “il patrimonio intellettuale dei media è minacciato e si deve cercare un’adeguata compensazione”. Inoltre, ha aggiunto anche che l’intelligenza artificiale è progettata al fine di portare i lettori a non visitare i siti web di giornalismo. Questo potrebbe mettere a repentaglio il giornalismo.

I rappresentanti di OpenAI, Microsoft, Adobe, Google e gli editori di News Corp, The New York Times, The Guardian, durante le discussioni hanno ipotizzato la possibile di pagare alle società di media un abbonamento per l’impiego dei contenuti nell’addestramento dell’intelligenza artificiale, con una cifra annua tra i cinque e i 20 milioni di dollari.

Ci sono attualmente motivi che inducono sia all’ottimismo sia alla cautela. Il tutto potrebbe dipendere dall’esito della trattativa. Un aspetto incoraggiante è sicuramente la decisione di intraprendere un dialogo. L’arrivo di Google e di Facebook, che aveva già sconvolto il mondo dell’informazione, ha favorito un modello che ha arricchito al quanto le piattaforme, con forti perdite per gli editori. 

Mathias Döpfner, CEO di Axel Springer, è convinto che sarà possibile riuscire a raggiungere un accordo perché sia gli editori sia i responsabili politici hanno compreso l’entità della sfida in modo più rapido rispetto alle grandi ondate di distruzione tecnologica del passato.

Negli anni passati non sono state trovate soluzioni definitive, ma il lungo conflitto tra editori e giganti del web sul pagamento dei contenuti ha portato Google a lanciare iniziative come ad esempio la Google News Initiative e la Digital News Initiative per riuscire a sostenere l’innovazione degli editori. Inoltre, Google Showcase prevedeva anche un pagamento diretto alle aziende editoriali che partecipano con le loro notizie al network. Queste soluzioni sono state promosse dalla normativa, in particolare dalla direttiva sul copyright dell’Unione Europea che era stata approvata nel 2019.

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