Aumento delle crisi aziendali in Italia nel 2023
Quest’anno si prevede un incremento annuale del 4,3%, superando i dati pre-pandemici del 2019. Nonostante l’incremento, è troppo presto per essere sollevati. Si denota, infatti, l’impatto del rialzo energetico e dei tassi d’interesse è evidente.
Un periodo difficile per le imprese in Italia
Il 2023 segna un periodo inquietante per le imprese italiane. Nel solo primo semestre, i procedimenti legati a liquidazioni e crisi aziendali hanno visto un’impennata del 15,2% in confronto all’anno precedente. Secondo un’analisi di Sole 24 Ore, basandosi sui dati forniti da Unioncamere-Infocamere, l’attuale tendenza supera le statistiche del 2019, anno pre-COVID.
L’introduzione del Codice della crisi nel 2022 ha portato a delle ristrutturazioni nelle registrazioni dei dati. Tuttavia, già all’inizio del 2023 era stato identificato un aumento preoccupante.
Queste cifre recenti si uniscono ad altri sintomi preoccupanti, come la decrescita economica, l’aumento dei costi nel settore turismo e una minor fiducia tra i consumatori. Eppure, è prematuro stabilire se questi segnali preannunciano una recessione o sono soltanto un riposizionamento dopo un periodo tumultuoso.
Durante il periodo pandemico, interventi mirati hanno supportato le aziende, mitigando i fallimenti e offrendo sostegni. Ma il 2023 ha preso una piega differente. Attualmente, le previsioni indicano un incremento annuo complessivo del 4,3%, anche se le stime tendono a crescere alla fine di ogni anno.
Attenzione all’incremento dei fallimenti aziendali
Un elemento d’attenzione è l’incremento dei fallimenti aziendali, ora noti come liquidazioni giudiziali, con un aumento del 9,3%.
Le ragioni di questo trend negativo potrebbero risiedere nell’incremento dei prezzi energetici e dei materiali primari, accentuato dai conflitti in Ucraina, oltre all’anticipato effetto dell’aumento dei tassi d’interesse. Quest’ultimo, in particolare, potrebbe avere ulteriori ripercussioni, considerando le aspirazioni della Banca Centrale Europea di mantenere l’inflazione al 2%.
Ci sono anche preoccupazioni legate alla stasi economica della Germania e a potenziali problemi dalla Cina. Tuttavia, c’è una luce in fondo al tunnel: le previsioni ottimistiche legate ai progetti del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Fitch Ratings ha leggermente migliorato le sue prospettive per l’Italia, indicando un potenziale incremento degli investimenti.
Anche di fronte a queste sfide, l’Italia ha sempre mostrato capacità di adattamento. Queste circostanze potrebbero rappresentare una chance per rinnovare e fortificare ulteriormente la struttura economica del paese.