Caso Ferragni: per il Pandoro Pink Christmas si paventa l’ipotesi di truffa
La vicenda che sta tenendo con il fiato sospeso il mondo dell’influencer marketing e della grande distribuzione in Italia ha visto un’ulteriore svolta.
La Guardia di Finanza, su delega del procuratore aggiunto Eugenio Fusco, sono attualmente impegnate nel raccogliere documenti presso la sede di Balocco a Cuneo.
Questa attività è parte di un’indagine che coinvolge Chiara Ferragni e il caso del pandoro Pink Christmas. Parallelamente, queste forze stanno procedendo alla notifica di un atto che richiede la designazione di un domicilio legale e la scelta di un avvocato difensore, in previsione di una possibile iscrizione nel registro degli indagati per i rappresentanti legali dell’azienda.
Attualmente, l’inchiesta procede senza specifici imputati e senza l’identificazione di reati commessi, ma l’ipotesi di truffa resta una pista investigativa aperta.
Da frode in commercio a truffa: un caso che si complica
Inizialmente, le indagini partite dalle segnalazioni del Codacons riguardavano una possibile frode in commercio, ma ora il focus si sposta verso l’ipotesi più grave di truffa.
La soddisfazione espressa dal Codacons rispecchia la gravità della situazione: l’associazione dei consumatori aveva, infatti, ipotizzato sin dall’inizio l’eventualità di una truffa ai danni dei consumatori.
La Reazione del Codacons e le ulteriori indagini
Il Codacons, nel suo esposto presentato a ben 104 Procure, aveva messo in luce fatti contestati dall’Antitrust, che ora sembrano trovare un fondamento nelle nuove decisioni della magistratura.
L’associazione, inoltre, richiede un’attenzione maggiore e un controllo più accurato sulle iniziative di beneficenza avviate dalla Ferragni, citando in particolare il caso delle bambole Trudi.
L’intento del Codacons: è prevenire che la beneficenza si trasformi in una mera attività commerciale, potenzialmente dannosa per i consumatori.
Un Caso emblematico per il settore
Questo caso rappresenta un punto di svolta significativo per il mondo dell’influencer marketing e delle collaborazioni con grandi marchi.
Dimostra come la linea tra promozione commerciale e beneficenza possa essere sottile e facilmente attraversata, sollevando questioni etiche e legali di grande rilievo.
Inoltre, pone l’accento sulla necessità di una normativa più chiara e trasparente che regoli le attività solidali di influencer e personaggi famosi.
Mentre la vicenda si dipana attraverso gli uffici giudiziari, rimane chiaro che il risultato di queste indagini potrebbe avere ripercussioni significative non solo per i diretti interessati, ma anche per l’intero settore dell’influencer marketing e della filantropia legata al mondo dello spettacolo e della moda.
Infatti, bisogna considerare anche come: dopo la conclusione della partnership con l’azienda di occhiali Safilo, sembra che anche Coca Cola abbia deciso di interrompere la messa in onda di uno spot pubblicitario che vedeva come protagonista l’imprenditrice. Questo spot era previsto per essere trasmesso a partire dalla fine di gennaio.