Aziende News

Bioeconomia: un settore in crescita che vale 437,5 miliardi di euro

Bioeconomia: un settore in crescita che vale 437,5 miliardi di euro
  • PublishedGiugno 20, 2024

Nel 2023, la bioeconomia ha generato un valore di 437,5 miliardi di euro, segnando un incremento di 9,3 miliardi rispetto all’anno precedente. Questo dato emerge dal rapporto stilato da Intesa Sanpaolo, Assobiotec e il cluster Spring, che evidenzia una forte propensione all’innovazione, con la presenza di 808 startup innovative, pari al 6,6% delle imprese iscritte al registro apposito.

seo

Una crescita trainata da diversi settori

La crescita della bioeconomia è trainata da settori diversi, dalla chimica all’agroalimentare. Questo comparto è caratterizzato da un’alta densità di imprese dedicate alla ricerca e sviluppo (R&S), che rappresentano il 45% delle startup censite nel 2023.

Segue il settore dell’agri-food con il 25%, dimostrando quanto la bioeconomia sia fondamentale per la transizione verso un modello di sviluppo più sostenibile e innovativo.

Secondo il rapporto “La bioeconomia in Europa” questo è un settore occupa circa due milioni di persone e copre una vasta gamma di attività che vanno dall’agricoltura, silvicoltura e pesca, fino alla produzione industriale di legno, carta, chimica, gomma-plastica, alimentare, abbigliamento, mobili e farmaceutica.

Un confronto tra i vari paesi europei

Il rapporto include anche un confronto con altri paesi europei, come Francia, Germania e Spagna. Complessivamente, la bioeconomia in questi paesi vale 1.751 miliardi di euro e rappresenta l’8,4% del totale dell’economia.

La Spagna guida con un’incidenza dell’11%, seguita dall’Italia con il 10%. Stefania Trenti, Head Industry & Local Economies Research di Intesa Sanpaolo, sottolinea che “i dati mostrano un forte interesse verso l’ampio e diversificato insieme di attività che utilizzano risorse biologiche rinnovabili”.

Inoltre, la Fao riconosce che 21 paesi, che rappresentano il 65% del PIL mondiale, hanno adottato strategie specifiche per lo sviluppo sostenibile delle filiere bio-based, con l’Italia tra questi.

Il ruolo delle politiche pubbliche

Le politiche pubbliche sono un fattore determinante nel sostenere e valorizzare gli investimenti delle imprese, che sono sempre più orientate verso la transizione a modelli di produzione e consumo sostenibili.

Il boom del 2022, attribuibile all’aumento dei prezzi dovuto al conflitto russo-ucraino, ha visto una crescita della bioeconomia che è proseguita nel 2023, sebbene a ritmi più contenuti (+0,2% dell’output nei quattro principali paesi UE).

Tra le filiere centrali della bioeconomia, l’agroalimentare spicca per la sua rilevanza. In Spagna e Francia, questa filiera rappresenta oltre il 76% del settore, mentre in Italia e Germania circa il 63% e il 61%, rispettivamente.

Le imprese italiane nel settore alimentare, nonostante siano mediamente più piccole rispetto ai competitor europei, mostrano una quota elevata di innovazioni di prodotto (20% contro una media UE del 12%) e di processo (36%, superando i principali concorrenti di oltre 15 punti percentuali).

La filiera agroalimentare è particolarmente attiva sul fronte dell’innovazione brevettuale. L’Italia si posiziona come settimo brevettatore a livello mondiale, con una quota e un grado di specializzazione in crescita, grazie a un ecosistema innovativo che include settori come la meccanica, la farmaceutica e la chimica.

La bioeconomia, attualmente è un settore fondamentale per la competitività e la modernizzazione dell’industria europea, rafforzano l’importanza di costruire su questo patrimonio. E non è solo un motore di crescita economica, ma anche un elemento per la sostenibilità ambientale e la resilienza dei nostri ecosistemi.

seo