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Meta e X violano il Digital Markets Act e il Digital Services Act. Le accuse della Commissione Europea.

Meta e X violano il Digital Markets Act e il Digital Services Act. Le accuse della Commissione Europea.
  • PublishedAgosto 6, 2024

Negli ultimi anni, l’Unione Europea ha introdotto normative rigorose per regolamentare i servizi digitali e i mercati online, con l’obiettivo di garantire una concorrenza leale e proteggere i diritti degli utenti.

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Recentemente, la Commissione Europea ha confermato che due giganti del settore, Meta e X (precedentemente Twitter), hanno violato le disposizioni del Digital Markets Act (DMA) e del Digital Services Act (DSA).

Questa conclusione è emersa da due procedimenti formali d’infrazione avviati mesi fa per verificare la conformità delle due piattaforme alle nuove normative.

Il caso di Meta: il modello “pay or consent” sotto accusa

Meta ha introdotto versioni a pagamento di Facebook e Instagram prive di pubblicità mirata, apparentemente per conformarsi alle nuove normative europee.

Tuttavia, la Commissione Europea ha rilevato che questa mossa viola il DMA. Secondo l’articolo 5, paragrafo 2 del DMA, gli utenti devono avere accesso a un’alternativa “meno personalizzata ma equivalente” se rifiutano il trattamento combinato dei loro dati personali. Le versioni a pagamento di Facebook e Instagram non soddisfano questo requisito.

La Commissione ha concluso che il modello “pay or consent” di Meta non permette agli utenti di esercitare liberamente il proprio diritto di acconsentire alla combinazione dei dati personali.

Questo modello costringe, di fatto, gli utenti a scegliere tra accettare la pubblicità mirata o pagare per un’esperienza ad-free, violando così i principi del DMA. Thierry Breton, Commissario europeo per il mercato interno e i servizi, ha sottolineato l’importanza del DMA nel restituire agli utenti il controllo sui propri dati e garantire una concorrenza leale nel settore tech.

Implicazioni per il mercato

Meta ha accumulato una quantità significativa di dati sugli utenti, creando barriere all’ingresso per i potenziali concorrenti nel campo della pubblicità personalizzata. La Commissione Europea mira a ridurre queste barriere e promuovere un mercato più competitivo.

Il caso di X: problemi di trasparenza e accesso ai dati

Il procedimento formale d’infrazione contro X, il primo dopo l’approvazione del DSA, si concentra sulla trasparenza della piattaforma e sull’accesso ai dati. La Commissione ha identificato tre principali violazioni del DSA da parte di X.

Le conclusioni della commissione Europea:

  1. Spunte blu a pagamento: le spunte blu, disponibili per chiunque sottoscriva un abbonamento, non segnalano più solo profili verificati e ufficiali. Questo può ingannare gli utenti, portandoli a valutare erroneamente la rilevanza e la veridicità dei contenuti.
  2. Repository pubblicitario opaco: il design della piattaforma è poco trasparente, rendendo difficile per gli utenti trovare informazioni sugli annunci pubblicitari e sui loro gestori.
  3. Accesso ai dati per la ricerca: X rende difficile per i ricercatori accedere ai dati pubblici, con le API spesso disponibili solo a pagamento, anche per progetti di ricerca.

Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva per un’Europa adatta all’era digitale, ha affermato che X non è conforme ai requisiti di trasparenza del DSA, un principio fondamentale della normativa.

Cosa succede ora?

La pubblicazione delle conclusioni preliminari è uno step obbligato nel processo che porterà, entro dodici mesi, alla chiusura dei procedimenti formali d’infrazione. Le piattaforme hanno ora la possibilità di esaminare la documentazione, rispondere per iscritto e difendersi dalle accuse.

Se le violazioni saranno confermate, le sanzioni per Meta potrebbero raggiungere il 10% del fatturato globale, mentre per X il 6%. La Commissione potrebbe inoltre obbligare entrambe le piattaforme a trovare soluzioni per conformarsi alle norme europee sui servizi e i mercati digitali.

La conferma delle violazioni da parte di Meta e X sottolinea l’impegno della Commissione Europea a garantire un ambiente digitale equo e trasparente.

Questi procedimenti rappresentano un passo importante per assicurare che i giganti della tecnologia rispettino le normative europee, proteggendo così i diritti degli utenti e promuovendo una concorrenza leale nel mercato digitale.

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