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L’outsourcing del futuro: come l’AI e il re-shoring stanno ridefinendo il mercato

L’outsourcing del futuro: come l’AI e il re-shoring stanno ridefinendo il mercato
  • PublishedFebbraio 11, 2025

L’outsourcing attualmente è diventato sempre più strategico in quanto permette di migliorare l’efficienza, l’innovazione e la competitività.

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Secondo il Global Outsourcing Survey 2024 di Deloitte, il 67% delle aziende sta adottando relazioni di outsourcing basate sui risultati, mentre l’83% prevede che i fornitori esterni integreranno sempre più l’intelligenza artificiale (AI) nelle loro soluzioni.

Questi dati evidenziano una trasformazione in atto: il classico outsourcing di servizi generici sta lasciando spazio a modelli avanzati incentrati su tecnologie AI-driven e su partnership a valore aggiunto.

Tuttavia, la ricerca Deloitte mostra anche un’interessante controtendenza: il re-shoring e la creazione di Global In-house Centers (GIC) stanno emergendo come strategie chiave per le aziende che vogliono bilanciare l’efficienza dell’esternalizzazione con il controllo diretto sulle operazioni critiche.

L’outsourcing AI-powered: per rimanere più competitivi?

L’integrazione dell’intelligenza artificiale nei servizi in outsourcing è sicuramente una tecnologia che si prepara a ridefinire il panorama aziendale.

L’83% dei dirigenti intervistati da Deloitte ritiene che i fornitori dovranno offrire soluzioni basate sull’AI per rimanere competitivi.

Questo significa che l’outsourcing non sarà più solo una questione di riduzione dei costi, ma anche un’opportunità per ottenere accesso a tecnologie avanzate e a workforce digitali altamente specializzate.

Tuttavia, nonostante le aspettative elevate, i benefici concreti dell’outsourcing AI-powered sono ancora limitati.

Secondo il report, meno del 50% delle aziende ha registrato aumenti tangibili di produttività e solo il 25% ha visto una riduzione significativa dei costi dei servizi esternalizzati.

Questi dati suggeriscono che l’implementazione dell’AI nel settore outsourcing necessita di modelli contrattuali più maturi e di una governance più strutturata.

Il ritorno dell’insourcing: il valore della competenza interna

Se da un lato l’outsourcing si evolve grazie all’AI, dall’altro molte aziende stanno rivalutando il valore della gestione interna dei talenti. Secondo Deloitte, il 70% delle aziende ha scelto di internalizzare almeno parzialmente alcune funzioni precedentemente esternalizzate negli ultimi cinque anni.

Questo trend risponde all’esigenza di rafforzare le competenze interne, migliorare la qualità dei servizi, riprendere il controllo operativo e ridurre i costi nascosti legati ai fornitori esterni.

Anche le aziende soddisfatte delle loro partnership in outsourcing stanno adottando strategie di insourcing selettivo, un segnale che indica come le organizzazioni stiano cercando un equilibrio tra l’esternalizzazione e il rafforzamento delle risorse interne.

Questo fenomeno si riflette nella crescente diffusione dei Global In-house Centers (GIC), hub interni che consentono alle imprese di mantenere know-how critico e gestire direttamente le operazioni strategiche.

Un modello in forte espansione è quello del Build, Operate, Transform, Transfer (BOTT), che consente alle aziende di sviluppare unità operative interne con il supporto iniziale di partner esterni, per poi trasformarle in divisioni completamente autonome e integrate.

Questo approccio combina la flessibilità dell’outsourcing con la solidità dell’insourcing, permettendo alle imprese di evolvere in modo strategico.

L’evoluzione dei modelli di outsourcing: dalla riduzione dei costi al valore strategico

Nonostante la crescita dell’insourcing, il 40% delle aziende intervistate da Deloitte prevede di aumentare gli investimenti in outsourcing nei prossimi anni. Tuttavia, ciò che cambia è l’approccio: non si tratta più solo di un’opzione per risparmiare, ma di un modello di business basato sull’estrazione di valore strategico.

Il 50% delle aziende intervistate utilizza già servizi in outsourcing per funzioni critiche come vendite, marketing e ricerca e sviluppo (R&D). In particolare, si sta diffondendo sempre più l’adozione di modelli outcome-based, dove il valore dell’outsourcing non si misura più in termini di ore lavorate, ma in base ai risultati concreti ottenuti.

Oggi, il 67% delle aziende ha adottato modelli di outsourcing basati sui risultati, segnando una rottura rispetto al tradizionale approccio di staff augmentation.

Le aziende non cercano più solo una riduzione dei costi, ma anche competenze specializzate, innovazione e maggiore agilità operativa. In questo contesto, la scelta del giusto partner in outsourcing diventa una leva strategica per il successo aziendale.

Gestire la complessità: verso un approccio integrato ai talenti

Uno dei temi più critici nell’attuale panorama dell’outsourcing è la gestione dei talenti. Tra le principali difficoltà segnalate dalle aziende vi sono la misurazione del valore ottenuto, la gestione del cambiamento organizzativo e l’integrazione dei servizi esternalizzati con le operazioni interne. La soluzione? Un modello di governance più avanzato.

Un’opzione sempre più diffusa è l’espansione delle competenze dell’Ufficio di Gestione Fornitori (Vendor Management Office – VMO), che ora inizia a includere non solo i tradizionali fornitori di outsourcing, ma anche i GIC e le workforce digitali.

Questo porta alla nascita di una nuova entità: l’Extended Workforce Management Office (EWMO), un sistema di gestione unificato per l’intero ecosistema dei talenti aziendali.

il futuro dell’outsourcing è ibrido e strategico

L’outsourcing del futuro non è più solo una questione di esternalizzazione o internalizzazione, ma un mix bilanciato di strategie volte a massimizzare efficienza, innovazione e competitività.

Le aziende che sapranno combinare outsourcing AI-powered, insourcing selettivo e modelli outcome-based avranno un vantaggio strategico nel panorama globale.

Investire in partnership con valore aggiunto, sviluppare modelli di governance evoluti e sfruttare la flessibilità dell’intelligenza artificiale saranno le chiavi per affrontare con successo le sfide del nuovo mercato del lavoro e della gestione dei talenti.

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