Commissione Europea accusa X di violazione alla normativa sui servizi digitali
La Commissione Europea ha accusato X (ex Twitter) di violazioni significative delle normative sui servizi digitali, aprendo un dibattito acceso sulle pratiche di trasparenza e sicurezza delle piattaforme online.
L’indagine, durata sette mesi e condotta nell’ambito del Digital Services Act (DSA), ha messo in luce numerose irregolarità che potrebbero costare all’azienda una multa fino al 6% del suo fatturato globale.
Le accuse della Commissione Europea
Secondo il comunicato ufficiale della Commissione, X è accusata di aver utilizzato interfacce ingannevoli, di non garantire trasparenza nella pubblicità e di limitare l’accesso ai dati per i ricercatori.
Queste pratiche, secondo le autorità europee, violano il DSA, che impone obblighi stringenti alle piattaforme online e ai grandi motori di ricerca per affrontare contenuti illegali e rischi per la sicurezza pubblica.
“La nostra indagine ha rivelato che X non ha rispettato i requisiti fondamentali del DSA,” ha dichiarato Thierry Breton, Commissario Europeo per il Mercato Interno e i Servizi. “Se queste violazioni saranno confermate, imporremo sanzioni significative e richiederemo modifiche sostanziali ai loro servizi.“
L’attenzione dell’UE sulle principali piattaforme social e e-commerce
L’indagine della Commissione Europea però non si limita solo a X. Anche altre piattaforme come TikTok, AliExpress e Meta di ByteDance sono sotto esame per possibili violazioni del DSA.
La Commissione Europea con la nuova normativa sta mirando alla creazione un ambiente digitale più sicuro e trasparente, e queste indagini rappresentano un passo cruciale verso il raggiungimento di questo obiettivo.
Una delle principali preoccupazioni sollevate dall’indagine riguarda gli account verificati su X, contrassegnati da un segno di spunta blu, che sembrano influenzare negativamente la capacità degli utenti di distinguere l’autenticità degli account.
Questo potrebbe portare a decisioni non informate da parte degli utenti, esponendoli a potenziali rischi di disinformazione.
Cosa succede adesso?
X avrà diversi mesi per rispondere alle accuse e presentare la propria difesa. Se l’azienda non riuscirà a convincere la Commissione delle proprie buone pratiche, potrebbe affrontare una multa che potrebbe raggiungere miliardi di euro, considerando le sue dimensioni globali.
Inoltre, X potrebbe essere obbligata a implementare cambiamenti significativi per conformarsi alle normative europee.
Il caso di X è tra i più rappresentativi per quanto riguarda le azioni delle autorità europee che stanno intensificando gli sforzi per regolamentare le piattaforme digitali e proteggere gli utenti online.
Il Digital Services Act è un passo avanti significativo verso un mondo digitale che sia più sicuro e responsabile, e le prossime decisioni della Commissione potrebbero avere implicazioni di vasta portata per l’intero settore tecnologico e non solo per X.
Infatti, ulteriori indagini sono previste per garantire che le piattaforme online rispettino gli standard stabiliti dal DSA.