NielsenIQ: consumatori non apprezzano i video pubblicitari realizzati dall’IA
L’uso dell’intelligenza artificiale nel campo della pubblicità e del marketing sta diventando sempre più diffuso e sono molte le aziende e i marchi che vogliono sfruttarla sempre di più anche in futuro. Il motivo principale per il quale le aziende vorrebbero usare l’intelligenza artificiale in campo pubblicitario sono principalmente due: risparmio di tempo, di risorse economiche e strutturali.
Tuttavia, bisogna considerare la cosa più importante ossia: la reazione degli utenti, dei consumatori a cui è destinata la pubblicità, infatti, non è rilevante la pubblicità in sé ma quanto questa sia in grado di migliorare la percezione dell’azienda da parte del pubblico e di portare profitti all’azienda.
Secondo una recente ricerca condotta dagli esperti di NielsenIQ però, l’entusiasmo dei professionisti del marketing potrebbe frenarsi, ascoltando proprio la percezione che i consumatori hanno delle pubblicità realizzate con l’intelligenza artificiale.
I sondaggi realizzati da Nielsen, hanno rivelato come perfino i video pubblicitari tecnicamente impeccabili vengono percepiti dagli utenti come: noiosi, confusionari e poco interessanti rispetto ai video pubblicitari tradizionali.
La reazione dei consumatori agli annunci generati dall’IA
Secondo i dati raccolti da NIQ, i consumatori riconoscono immediatamente gli annunci video creati con strumenti di intelligenza artificiale generativa.
Infatti, nonostante l’aspetto visivamente curato di alcuni di questi contenuti, l’effetto complessivo risulta spesso poco interessante, inoltre, sembrerebbe che gli stessi contenuti non riescano a permanere nella memoria di chi li guarda.
Questo è un aspetto in realtà molto importante, infatti, se pensiamo alle pubblicità più belle e iconiche, non possiamo che dire quanto fossero “memorabili” ossia in grado di mantenersi vive nella mente per anni. Come ad esempio: la pubblicità dell’Amaro Ramazzotti, la pubblicità natalizia della Coca Cola, la pubblicità con “Ambrogio” del Ferrero Rocher.
Tutte queste pubblicità hanno avuto un impatto importante sul pubblico e la loro realizzazione impeccabile gli ha permesso di permanere a lungo nella memoria di chi le ha viste.
In un periodo così ricco di stimoli e pubblicità online, sui social media, in televisione, per la città, è diventato ancora più importante creare video e immagini pubblicitarie che possano attrarre e soprattutto rimanere nella memoria sempre più labile e distratta dei consumatori.
Quindi se le pubblicità create con l’intelligenza artificiale non permangono nella mente dello spettatore, questo è un problema che gli esperti di marketing e comunicazione devono tenere in considerazione.
Ma questo non è l’unico problema che i consumatori hanno rilevato guardando le pubblicità realizzate con l’intelligenza artificiale. Infatti, il sondaggio ha rivelato anche che secondo gli spettatori queste:
- Mancano di autenticità: i consumatori trovano difficoltà a percepire una connessione reale con il messaggio trasmesso. Questo elemento mina la fiducia nel marchio e crea una dissonanza tra il contenuto e le aspettative del pubblico.
- Limiti tecnici: molti video generati dall’IA presentano limiti tecnici, come movimenti facciali poco naturali, ritmi di montaggio irregolari e un’estetica troppo “lucida”, che risulta alienante.
- Carico cognitivo: gli annunci generati dall’IA, pur essendo in grado di trasmettere associazioni di marca, richiedono un maggiore sforzo di elaborazione da parte degli spettatori, rendendo il messaggio complessivamente meno efficace.
Questi aspetti evidenziano un problema reale ossia la difficoltà dell’IA di replicare il senso di autenticità e coinvolgimento emotivo che caratterizza le pubblicità tradizionali.
L’importanza dell’autenticità nel marketing e nella pubblicità
Secondo Ramon Melgarejo, presidente di analisi strategiche presso NIQ, i consumatori attribuiscono grande valore all’autenticità delle pubblicità.
“I brand e le agenzie stanno innovando a un ritmo rapido, ma devono essere cauti“, afferma Melgarejo. “I nostri dati rivelano che i consumatori sono particolarmente sensibili alla percezione di autenticità, sia a livello consapevole che inconsapevole.”
Questo aspetto è molto importante, soprattutto in un’epoca in cui i consumatori sono sempre più informati e scettici.
In questo periodo, una percezione negativa di autenticità da parte del brand o dell’azienda può generare un effetto alone negativo che si estende oltre la singola campagna pubblicitaria e che può influenzare l’intera reputazione del marchio.
Usare l’IA in modo “intelligente” per campagne che uniscano creatività e tecnologia
Nonostante le criticità emerse, l’intelligenza artificiale generativa è sicuramente uno strumento con un potenziale significativo e che può ridurre i tempi di produzione pubblicitaria, comportando anche una riduzione dei costi.
Gli annunci realizzati con l’intelligenza artificiale, dunque, non sono del tutto da “cestinare” il problema è capire fino a dove spingersi con l’uso dell’IA e dove invece c’è bisogno dell’intervento creativo umano.
Come sottolinea il rapporto di NIQ, l’IA può essere utile in fasi a basso rischio ma è essenziale che gli esperti di marketing e comunicazione lascino maggiore spazio agli addetti al lavoro per riuscire a combinare al meglio efficienza e creatività.
Come già detto, l’intelligenza artificiale non può sostituire la creatività e l’intuizione umana, ma può amplificarla e supportarla, offrendo nuove opportunità per creare pubblicità che siano coinvolgenti e pronte a rimanere nella memoria dei consumatori.