Il Digital Markets Act: cos’è, come funziona e perché è importante adeguarsi?
Il Digital Markets Act (DMA) è un punto di svolta nel panorama normativo europeo, mirando a regolamentare e a indirizzare le dinamiche dei mercati digitali verso una maggiore equità e trasparenza.
Questo regolamento, parte del più ampio Digital Services Package insieme al Digital Services Act (DSA), è stato accolto con favore da diverse istanze europee come un passo cruciale per garantire una concorrenza leale e per contrastare le pratiche commerciali sleali delle cosiddette “big tech“.
La sua approvazione da parte del Parlamento Europeo il 5 luglio 2022 e l’attuale entrata in vigore rappresentano l’apice di un percorso normativo iniziato con la sua prima bozza nel dicembre 2020.
Gli obiettivi del DMA
Il Digital Markets Act mira a correggere alcune distorsioni significative che caratterizzano attualmente i mercati digitali, tra cui:
- Debole contestabilità dei mercati: la difficile accessibilità ai nuovi entranti e la presenza di barriere all’ingresso sono tra le principali preoccupazioni affrontate dal DMA.
- Concorrenza limitata: la dominanza di poche grandi piattaforme mina la concorrenza, limitando le scelte disponibili per i consumatori e ostacolando l’innovazione.
- Pratiche commerciali sleali: le grandi piattaforme digitali sono spesso accusate di adottare pratiche che danneggiano gli utenti, tra cui l’uso improprio dei dati personali e la mancanza di trasparenza.
Quali sono le misure introdotte dal Digital Markets Act
L’obiettivo è duplice: da un lato, tutelare le piccole e medie imprese (PMI) e le start-up tecnologiche dall’essere schiacciate dai colossi del tech; dall’altro, assicurare ai consumatori europei servizi migliori, maggiori scelte e prezzi più equi.
Il DMA identifica come “gatekeeper” quelle piattaforme digitali che, data la loro vasta portata e influenza, detengono un potere di mercato significativo.
Queste piattaforme sono soggette a regole stringenti per garantire che non abusino della loro posizione dominante.
Per rientrare in questa categoria, una piattaforma deve soddisfare criteri specifici, come un fatturato annuo nell’UE di almeno sette miliardi e mezzo di euro oppure avere una capitalizzazione di mercato di 75 miliardi di euro, oltre a un vasto pubblico di utenti finali e utenti commerciali all’interno dell’Unione.
Quali sono gli obblighi e i divieti dei gatekeeper?
I gatekeeper si trovano ora di fronte a una serie di obblighi e divieti mirati a promuovere una concorrenza leale e a proteggere i consumatori, come:
- Vietare l’auto-preferenziazione dei propri prodotti o servizi.
- Consentire agli sviluppatori l’uso di sistemi di pagamento alternativi.
- Proibire la raccolta e l’utilizzo dei dati degli utenti per pubblicità mirata senza esplicito consenso.
- Impedire la pre-installazione obbligatoria di applicazioni e rendere facile per gli utenti disinstallarle.
- Garantire l’interoperabilità dei servizi di messaggistica istantanea.
Questi e altri obblighi cercano di smantellare le barriere che ostacolano l’ingresso di nuovi attori nel mercato e di fornire agli utenti finali maggiori libertà e possibilità di scelta.
Sanzioni e conformità
Le aziende identificate come gatekeeper hanno sei mesi di tempo per allinearsi alle disposizioni del DMA. In caso di inadempienza, si trovano a fronteggiare ammende significative, fino al dieci percento del loro fatturato mondiale totale, cifra che può salire fino al 20% in caso di recidive. Inoltre, per quei gatekeeper che dimostrano una sistematica inosservanza del regolamento, la Commissione europea può avviare indagini di mercato e imporre correzioni strutturali o comportamentali.
Verso un futuro digitale più equo
Il Digital Markets Act rappresenta un ambizioso tentativo dell’Unione Europea di riformare il settore digitale, ponendo le basi per un mercato più giusto, competitivo e innovativo.
Con la sua entrata in vigore, le grandi piattaforme online saranno tenute a una maggiore responsabilità per le loro azioni, un cambiamento che, secondo il vice primo ministro ceco per la Digitalizzazione Ivan Bartoš, potrebbe avere un impatto significativo non solo in Europa ma in tutto lo spazio online globale.
Questo regolamento innovativo è il frutto di un impegno condiviso per garantire che i benefici dell’economia digitale siano accessibili a un più ampio spettro di società e cittadini, contribuendo a plasmare un futuro digitale più inclusivo e sostenibile.