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VERDEinMED il nuovo progetto UE per ridurre i rifiuti tessili nel Mediterraneo

VERDEinMED il nuovo progetto UE per ridurre i rifiuti tessili nel Mediterraneo
  • PublishedAprile 15, 2024

L’Italia ha registrato una produzione di 160mila tonnellate di rifiuti tessili nel 2022, un aumento rispetto ai 154mila del 2021 e ai 143mila del 2020. Questo trend in crescita si inserisce in un contesto europeo preoccupante, dove i cittadini generano 12,6 milioni di tonnellate di rifiuti tessili all’anno.

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La distribuzione geografica vede un maggiore impatto al Nord con 80mila tonnellate, seguito da Sud e Centro con rispettivamente 46.700 e 33.500 tonnellate.

Impatto ambientale significativo

La produzione tessile è una delle industrie più inquinanti al mondo. Oltre al grande consumo di acqua—7.500 litri per un paio di jeans—l’industria è responsabile per il 20% dell’inquinamento globale dell’acqua potabile. Questo è dovuto principalmente ai processi di tintura e finitura, oltre al rilascio annuale di mezzo milione di tonnellate di microfibre nei mari, provenienti dal lavaggio di capi sintetici.

Di fronte ai volumi crescenti di rifiuti tessili, solo il 22% viene effettivamente raccolto per essere riutilizzato o riciclato, mentre il resto finisce in inceneritori o discariche. Andrea Minutolo di Legambiente sottolinea l’importanza di migliorare le pratiche di raccolta e trattamento dei tessili post-consumo per ridurre l’impatto ambientale.

Il Progetto VERDEinMED: Un Nuovo Inizio

Il progetto europeo VERDEinMED, finanziato con quasi 3 milioni di euro dal programma Interreg Euro-MED, si propone proprio di affrontare la montagna di rifiuti tessili nella regione mediterranea. Tra i partner chiave vi è Legambiente, che si dedica a campagne di sensibilizzazione per i consumatori e promuove pratiche sostenibili tra le imprese.

Il progetto VERDEinMED non solo cerca di affrontare i problemi esistenti ma anche di innovare l’industria tessile promuovendo processi più sostenibili.

Questi includono l’introduzione di tecnologie avanzate per il riciclo e la riutilizzazione dei tessuti, in linea con la direttiva quadro sui rifiuti dell’UE e la strategia per tessuti sostenibili e circolari. L’obiettivo è creare un modello di produzione e consumo che riduca l’impatto ambientale e valorizzi i tessuti attraverso cicli di vita più lunghi.

È essenziale un cambiamento radicale nei comportamenti di consumo e nelle pratiche industriali. Modificare, riparare, scambiare, vendere o donare sono pratiche sostenibili che possono contribuire significativamente a ridurre il carico di rifiuti tessili.

Consumare in modo più critico e dare una seconda vita ai prodotti tessili non solo riduce l’impatto ambientale ma sostiene anche i diritti dei lavoratori del settore. Questo approccio più consapevole può trasformare un circolo vizioso in un circolo virtuoso, favorendo un settore strategico e cruciale per l’economia e l’ambiente.

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