Finanziamenti

Fondo di sviluppo e coesione: ecco come sarà ripartito

Fondo di sviluppo e coesione: ecco come sarà ripartito
  • PublishedAgosto 9, 2023

Dopo dodici mesi di dibattiti e confronti, la ripartizione del Fondo sviluppo e coesione per il quadriennio 2021-2027 ha visto la luce. L’importo complessivo assegnato è di 32,4 miliardi, di cui 29,3 miliardi rappresentano la cifra netta, senza considerare le somme precedentemente anticipate.

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Il Cipess, il 3 agosto, seguendo la proposta avanzata dal Ministro Raffaele Fitto, ha ufficializzato la suddivisione dei fondi tra le diverse Regioni. Di questi, un generoso 80,3% del totale lordo, equivalente a 26 miliardi (23,9 miliardi in termini netti), beneficerà il Mezzogiorno. Il Centro-Nord, al contrario, vedrà un 19,7% del totale, che si traduce in 6,4 miliardi (5,2 miliardi netti).

Stimolare la crescita e limitare i divari tra le regioni italiane

In risposta a tale decisione, la premier italiana Giorgia Meloni ha espresso entusiasmo, riconoscendo il passo come cruciale per stimolare la crescita e colmare i divari esistenti tra le regioni. Questo è, ha sottolineato, un segno del fervente impegno del governo attuale nell’indirizzare adeguatamente i fondi di coesione.

La delibera non ha avuto un percorso facile: si sono susseguiti numerosi colloqui bilaterali tra il Ministro Fitto e le Regioni. Sebbene alcune trattative siano ancora in fase di definizione, l’obiettivo cardine rimane quello di “rivalutare lo stato di avanzamento e le necessità derivanti dalle programmazioni passate“.

L’importo totale da ripartire sarà di 7 miliardi

Da notare che, con questa recente suddivisione, l’importo totale si è incrementato considerevolmente di 7 miliardi, coprendo così il 43% dei 75,3 miliardi designati all’Italia per il 2021-2027, tra risorse europee e nazionali. La Sicilia e la Campania emergono come le maggiori beneficiarie, seguite da altre regioni come Puglia e Calabria. Nel panorama del Centro-Nord, invece, Lazio e Lombardia primeggiano.

Per l’effettivo utilizzo di questi fondi, è imprescindibile l’instaurazione di accordi tra la Presidenza del Consiglio e ogni Regione o Provincia autonoma.

Come rimarcato da Fitto, è fondamentale stabilire senza indugi le deliberazioni, determinando gli interventi da sostenere e delineando un programma d’azione preciso per assicurarne la realizzazione nei tempi stabiliti.

Concludendo, sebbene i ritardi italiani abbiano suscitato qualche perplessità in ambito europeo, un rappresentante di Bruxelles ha evidenziato come tali ritardi siano una realtà condivisa da “diversi Stati membri“, imputabile alle transizioni tra vecchie e nuove programmazioni finanziarie.

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