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Le etichette discografiche contro le start-up IA: le battaglie legali iniziano

Le etichette discografiche contro le start-up IA: le battaglie legali iniziano
  • PublishedGiugno 25, 2024

Le principali etichette discografiche mondiali, tra cui Sony Music, Universal Music Group e Warner Records, hanno avviato una causa legale contro due start-up di intelligenza artificiale (AI), Suno e Udio, accusandole di violazione del copyright su ampia scala.

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Questa azione legale, annunciata dalla Recording Industry Association of America (RIAA), potrebbe rappresentare un caso storico nel rapporto tra intelligenza artificiale e proprietà intellettuale.

L’accusa delle etichette discografiche

Le etichette discografiche sostengono che Suno e Udio abbiano utilizzato illegalmente brani protetti da copyright per generare nuove opere musicali, chiedendo un risarcimento di 150.000 dollari per ciascun lavoro violato.

Secondo le denunce depositate nei tribunali federali del Massachusetts e di New York, le start-up di AI stanno sfruttando le registrazioni originali senza alcun permesso, trasformandole in nuovi brani musicali che competono direttamente con le canzoni autentiche.

Le canzoni citate nella causa includono classici come “All I Want for Christmas is You” di Mariah Carey e “My Girl” dei The Temptations.

Le denunce affermano che i modelli di intelligenza artificiale utilizzati da Suno e Udio non hanno alcuno scopo funzionale se non quello di generare nuovi file musicali, andando contro la dottrina del fair use che le start-up invocano per difendersi.

Le start-up sotto accusa

Suno, con sede nel Massachusetts, ha lanciato il suo primo prodotto lo scorso anno, vantando oltre 10 milioni di utenti. La società ha stretto una partnership con Microsoft e ha recentemente raccolto 125 milioni di dollari dagli investitori.

Udio, conosciuta anche come Uncharted Labs e basata a New York, è sostenuta da investitori di alto profilo come Andreessen Horowitz e ha guadagnato notorietà per aver creato il brano “BBL Drizzy”, una traccia parodia che ha attirato molta attenzione.

Nonostante le richieste di commento, entrambe le start-up non hanno risposto immediatamente alle accuse. L’industria musicale, tuttavia, si mostra unita e determinata nel proteggere i propri diritti, avvertendo che il furto delle registrazioni minaccia l’intero ecosistema musicale.

La difesa delle aziende di AI

In passato, le aziende di intelligenza artificiale hanno difeso il loro operato invocando il fair use, una dottrina che consente l’utilizzo di opere protette da copyright senza licenza per scopi come la satira o le notizie. I sostenitori di questa posizione paragonano l’apprendimento delle macchine al modo in cui gli esseri umani apprendono leggendo, ascoltando e osservando opere precedenti.

Tuttavia, le etichette discografiche contestano questa visione, sostenendo che l’uso di brani protetti da copyright da parte delle AI non è trasformativo e serve unicamente a creare nuovi prodotti concorrenti.

Le implicazioni per il futuro dell’industria musicale

La battaglia legale tra le etichette discografiche e le start-up di AI potrebbe avere implicazioni di vasta portata per l’industria musicale e oltre.

Se le etichette discografiche avranno successo, potrebbe essere stabilito un precedente che limiterebbe l’uso di materiale protetto da copyright da parte delle tecnologie di intelligenza artificiale, imponendo restrizioni più severe sull’apprendimento automatico basato su dati protetti.

Al contrario, se le start-up di AI riusciranno a dimostrare che il loro utilizzo del materiale rientra nel fair use, potrebbe aprirsi una nuova era per la creatività e l’innovazione tecnologica, in cui le macchine potrebbero creare nuovi contenuti basandosi su opere esistenti in modo legittimo.

La reazione degli artisti

Questo scontro legale arriva pochi mesi dopo che circa 200 artisti, tra cui Billie Eilish e Nicki Minaj, hanno firmato una lettera aperta chiedendo di fermare l’uso “predatorio” dell’intelligenza artificiale nell’industria musicale.

Gli artisti esprimono preoccupazione per la protezione della loro creatività e per l’integrità del lavoro artistico umano, temendo che la proliferazione di opere generate da AI possa svalutare il loro contributo unico e personale.

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