Legalità

La corte dei conti chiede uno stop alle sanatorie fiscali. “Incidono negativamente”

La corte dei conti chiede uno stop alle sanatorie fiscali. “Incidono negativamente”
  • PublishedGiugno 29, 2023

Enrico Flaccadoro, che guida le Sezioni Riunite della Corte dei Conti, ha evidenziato recentemente la necessità di superare l’approccio attuale alla risoluzione facilitata dei debiti, sostenendo che tale pratica compromette la giustizia fiscale e la contribuzione al sostentamento dei servizi pubblici, con il potenziale di alimentare ulteriori squilibri.

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Entrate al fisco inferiori a quelle previste

Analizzando il periodo tra il 2016 e il 2018, Flaccadoro ha rilevato che le entrate previste da oltre 4,1 milioni di richieste ammontavano a 53,8 miliardi di euro. Tuttavia, non sono stati versati oltre 33,6 miliardi di euro. Ha inoltre osservato che i controlli fiscali automatici hanno portato a entrate superiori (11,3 miliardi di euro nel 2022) rispetto alle attività specifiche volte a scovare basi imponibili non dichiarate e tasse omesse (5,8 miliardi di euro nel 2022).

Per Flaccadoro, l’impiego pieno e completo dei database fiscali, soprattutto quelli relativi alle fatture elettroniche e ai rapporti finanziari, è un elemento cruciale per contenere l’evasione fiscale. Ha anche suggerito l’importanza di ampliare le azioni per combattere l’evasione fiscale di massa che caratterizza l’attuale scenario italiano.

Rinnovare il sistema fiscale in modo equo

Pur apprezzando le soddisfacenti entrate fiscali del 2022, Flaccadoro ha sottolineato la necessità imperativa di rinnovare il sistema fiscale in modo che sia equo, ampiamente accettato e che promuova la crescita.

Secondo lui, l’attenzione dovrebbe essere focalizzata principalmente sulle fasce sociali più deboli, specialmente in periodi di crisi economica. La ristrutturazione di tale sistema è un impegno che il Parlamento sta affrontando e un controllo fiscale rinnovato è un aspetto fondamentale di tale processo.

Rientrare del debito pubblico: un imperativo

L’approccio di cautela fiscale del governo è stato elogiato da Flaccadoro, che vede nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) un mezzo efficace per il rientro del debito pubblico.

Ha previsto che il PNRR, con una spesa annua di 17,7 miliardi di euro nel 2022, aumenterà notevolmente nel triennio successivo, raggiungendo i 33,8 miliardi nel 2023, i 44 miliardi nel 2024 e i 48,8 miliardi nel 2025.

Buon controllo sulle spese nel 2022

Flaccadoro ha poi elogiato la capacità dello Stato di mantenere un rigido controllo sulle spese, con una crescita minima dello 0,1% nel 2022. Nonostante un aumento di circa 48 miliardi nei limiti di bilancio dovuto alle misure di sostegno per l’aumento dei prezzi energetici, il saldo finale è stato significativamente inferiore al massimo previsto, dimostrando una gestione attenta delle finanze pubbliche.

In ultimo, Flaccadoro ha sottolineato l’importanza di semplificare il sistema degli appalti pubblici, allo scopo di favorire la ripresa economica. Secondo lui, ciò dovrebbe passare attraverso un quadro regolatorio più agile e dinamico.

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