Il Garante della Privacy italiano ha annunciato una multa di 15 milioni di euro nei confronti di OpenAI per violazioni delle norme sulla privacy legate all’uso dei dati personali per addestrare ChatGPT.
Questo provvedimento rappresenta un momento cruciale nella regolamentazione dell’intelligenza artificiale (IA) e solleva questioni fondamentali riguardo alla privacy e alla trasparenza.
Il contesto della multa
La multa è stata comminata dopo una lunga indagine durata oltre un anno. Il Garante ha stabilito che OpenAI ha utilizzato i dati personali degli utenti per addestrare ChatGPT senza una base legale appropriata e senza rispettare il principio di trasparenza. Inoltre, OpenAI non ha previsto sistemi adeguati per verificare l’età degli utenti, permettendo così ai minori di 13 anni di accedere a contenuti inappropriati⁽¹⁾.
Le motivazioni della multa
Il Garante ha evidenziato diverse motivazioni per la multa.
In primo luogo, la mancata notifica della violazione dei dati subita nel marzo 2023.
In secondo luogo, la mancanza di trasparenza nell’informare gli utenti sul trattamento dei loro dati. Infine, la mancanza di sistemi per verificare l’età degli utenti.
La risposta di OpenAI
OpenAI ha dichiarato che presenterà ricorso contro la decisione del Garante, sostenendo che la multa è sproporzionata e che la società ha collaborato con le autorità italiane per risolvere i problemi sollevati. La società ha anche annunciato l’intenzione di lanciare una campagna di comunicazione di sei mesi per informare il pubblico su come ChatGPT raccoglie e utilizza i dati.
L’opinione di Guido Scorza
Guido Scorza, componente del collegio del Garante della Privacy, ha spiegato al Corriere della Sera che la multa è stata calcolata tenendo conto della collaborazione di OpenAI e che la decisione riflette l’importanza di garantire la protezione dei dati personali nell’era dell’IA.
La regolamentazione dell’intelligenza artificiale
Il caso OpenAI rappresenta una sfida significativa per la regolamentazione dell’intelligenza artificiale in Europa. L’Unione Europea sta lavorando alla creazione di un quadro normativo completo per l’IA, noto come AI Act, che mira a proteggere i diritti degli utenti e a garantire la trasparenza e la responsabilità delle aziende che sviluppano tecnologie basate sull’IA.
Le implicazioni economiche
La multa di 15 milioni di euro rappresenta una somma significativa per OpenAI, soprattutto considerando che è quasi venti volte il ricavo che l’azienda ha generato in Italia durante il periodo rilevante. Questo potrebbe avere un impatto economico rilevante sulla crescita dell’azienda e sulla sua capacità di investire in nuove tecnologie.
“Questo caso solleva importanti riflessioni relativamente alla privacy, alla trasparenza e alla protezione dei dati personali”
La multa comminata a OpenAI da parte del Garante della Privacy italiano rappresenta un momento cruciale nella regolamentazione dell’intelligenza artificiale. La risposta di OpenAI e le future decisioni del Garante saranno determinanti per il futuro della regolamentazione dell’IA in Europa e nel mondo.